Per le strade dell’India – Lo stato del Gujarat

Conoscere l'India ,

27/11/2025

Per le strade dell’India – Lo stato del Gujarat

Lo stato del Gujarat, situato nella parte nord occidentale dell'India, è una terra ricca di storia con cultura, tradizione e patrimonio.

Lo stato del Gujarat, situato nella parte nord occidentale dell’India, è una terra ricca di storia con cultura, tradizione e patrimonio. In un viaggio in questo Stato è una tappa fondamentale una visita ai templi di Palitana. Questa cittadina in sé non offre nulla di particolare, ma nelle sue vicinanze sorge la collina di Shatrunjaya considerata il posto più sacro per la religione jainista ed è forse il luogo con la maggiore concentrazione di templi al mondo.

Il jainismo è diffuso in tutta l’India, ma qui è una religione particolarmente seguita e rispettata.

L’altezza della collina di oltre 600 m, i quasi 4.000 gradini che si devono salire per arrivare in cima al tempio principale, e perciò le tre ore di percorso per un buon camminatore, rendono la salita un vero pellegrinaggio.

Ed infatti è tale per i fedeli jainisti che, a parte la stagione monsonica quando è vietata l’ascesa, affollano i 3,5 km fino alla cima.

Organizzarsi per la salita richiede di dormire a Palitana e svegliarsi prestissimo per iniziare a salire. Io scelgo le 4 del mattino, partire più tardi significherebbe salire con il sole e le temperature locali anche d’inverno renderebbero il cammino veramente arduo per un occidentale non abituato.

Inizio il percorso camminando senza fretta, e mi accorgo subito che condividere la salita con gli altri pellegrini (sono l’unico occidentale!) è una meravigliosa esperienza che rende meno faticosa la via. Anche se ovviamente non ne condivido la devozione, percepisco l’atmosfera mistica di silenzio e serenità. Coloro che non possono arrampicarsi possono scegliere un servizio di portantine: ce ne sono di vari tipi, più o meno comode con prezzi differenti.

I monaci jainisti sono i più rigorosi nell’applicare i principi della loro religione che vieta nel modo più assoluto di commettere del male verso un essere vivente. Perciò li vedo salire nelle loro vesti bianche con un pezzo di stoffa sulla bocca per evitare di respirare e deglutire insetti o micro organismi. I fedeli (ma non tutti) procedono scalzi, nessuno può portare acqua o cibo, si deve mantenere il digiuno durante tutto il pellegrinaggio. Solo alla fine, in vetta alla collina, è possibile trovare le tipiche bevande indiane: il chai (tè speziato al latte) ed il curd (latte cagliato).

Ci sono moltissimi templi disseminati lungo il percorso, i pellegrini si fermano, pregano, fanno offerte e proseguono la salita.

Alla fine sono stanco ma sarò ricompensato dalla bellezza di quanto sto per vedere. Il tempio di Adinath è forse il più bello. Nella sala principale la statua di Adinath, in marmo, è ornata con ornamenti d’oro tempestati di gioielli e le sale di preghiera sono decorate con raffigurazioni di draghi. Ma sono le sculture che decorano le pareti interne che attirano la mia attenzione. Sono di una magnificenza che fa restare senza fiato: figure tutte diverse una dall’altra rappresentano nei minimi dettagli figure femminili con offerte, guerrieri in ogni posizione di combattimento, alcuni che reggono la testa mozzata di un prigioniero, elefanti riccamente bardati, danzatrici coperte di veli che rendono esplicita la grazia e la sensualità delle donne. Tra le varie divinità rappresentate è facile riconoscere Ganesh con la testa di elefante ed il topo che sempre lo accompagna.

Potrei facilmente fermarmi ore ad ammirare i piccoli dettagli degli orecchini e delle cavigliere delle danzatrici, le decorazioni e le armi dei guerrieri. Purtroppo di questa bellezza non posso avere una documentazione perché è rigorosamente vietato fotografare ed il semplice gesto di estrarre dallo zaino la fotocamera richiama l’attenzione dei severissimi guardiani.

La collina è la dimora di divinità, pertanto nessuno può passare la notte qui. Dopo mezzogiorno io ridiscendo per la stessa strada. Il sole è già alto, fa molto più caldo ma in compenso posso ammirare quello che non potevo vedere al buio: la dislocazione e l’insieme dei templi sulla collina immersi nella luce dorata del tardo mattino.

Sono stanco, affamato ed assetato alla fine, ma prendendo la strada del mio alloggio penso che i devoti jainisti fanno il pellegrinaggio tre volte nelle stesso giorno!

Alessandro Raschilla